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  • Waterproof April 12, 2015 / Histoire(s), postcards
    Tarragona.image

    Sceso nello spiazzo di erba bruciata del grande anfiteatro romano, notai che da lì, nell’incavo del teatro sconsacrato di scontri di gladiatori e naumachie, l’azzurro della baia di Tarragona rimaneva nascosto dagli spalti solidi e decrepiti. In sostanza, in quello specchio di mare in cattività, a venti metri dalla costa, il marinaio impegnato a sopravvivere a quel gran divertimento imperiale, le onde vere non le vedeva affatto. La Leica Reflex è robusta, non ha nemmeno lontanamente la vezzosità della blasonatissima sorella a telemetro. Roba imparentata con treni e telescopi. Quando la punti, ti aspetti di sentire risuonare un ordine in tedesco. Comunque fosse, avevo in testa geometrie degne di Antonioni, cercavo angolazioni rivelatrici, ed in quella gran luce estiva stavo trovando solo contrasti fortissimi, proprio quelli che mi paralizzano come davanti ad un rettile. Poco prima di iniziare la scalinata della cattedrale di Santa Tecla, una bella signora urla alcuni spicci e schioccanti concetti ai suoi pargoli, fratello e sorella, che stanno dondolando le gambette giù dalla ringhiera. Poi gira sui tacchi , alti, bianchi, e a passi rapidi si dilegua giù per la via. Pessimo momento per fotografarla, mezzogiorno, contrasti sbagliata; separata, chissà , vedova? Padre assente. Strano, se ci penso, mi è stato facile perdonare tutto a mio padre, che non ho mai conosciuto; ed altrettanto naturale criticare tutto a mia madre, pratica che era in fondo lo sport di famiglia; niente foto? ci provo, ma senza contare sul risultato; una goccia calda sul braccio; guardo in su: fratello e sorella sono intenti a sputarmi addosso, ridacchiando e minacciando, sicuri nella loro tana altolocata. Li vedo appena, un tremendo controluce, l’azzurro del cielo è bianco come in un vecchio film. Peccato, sono buffissimi, questi due paladini della dama dei tacchi bianchi.
    A pensarci, quegli sputi tra cielo e terra me li sono ben meritati.